Il Parco Regionale del Partenio in provincia di Avellino per chi abita a Napoli è facilmente raggiungibile, mezz’ora di macchina e si arriva ad Avella, piccola città ricca di luoghi interessanti da visitare, tra storia e natura. Noi per questa volta abbiamo scelto di risalire il fiume Clanio, attraverso la vallata del Serroncello, fino ad arrivare alle pendici della Cascata di Acquapendente, in compagnia di vecchi amici senza figli, tra i quali il fotografo Gianfranco Irlanda che ci ha regalato alcune delle sue foto scattate per l’occasione.
Per la prima volta Giacomo e Alice si sono confrontati con un gruppo di soli adulti e l’esperienza si è dimostrata per loro esaltante perché si sono resi conto di sapersela cavare bene, forse anche meglio di chi ha qualche anno in più.
Le ampie vallate e i colori, gli animali che si incontrano lungo il percorso, danno la sensazione di camminare tra montagne più blasonate, unica pecca è lo stato di abbandono di alcuni tratti pieni di rifiuti perché facilmente raggiungibili con le auto. Il percorso che però conduce alla cascata e che ha inizio da una serie di gradoni in pietra è tenuto sicuramente meglio del tratto di mulattiera iniziale ed è divertente da percorrere con i bambini perché più avventuroso.
Arrivati alla cascata il colpo d’occhio è notevole, siamo stati fortunati a trovarla rigogliosa, probabilmente chi sceglie di andarci d’estate potrebbe trovarla più secca. Ai piedi della cascata è possibile fermarsi per riposare un po’ e per fare uno spuntino, per i bimbi è stato un momento per arrampicarsi sugli alberi attorno e per cercare girini e ranocchie nelle pozze d’acqua.




Informazioni pratiche
Parcheggio – Noi abbiamo parcheggiato nello spazio antistante la Grotta di San Michele (QUI) i posti auto sono riservati ai visitatori, ma quando siamo andati noi la grotta era chiusa. In generale lungo la strada si parcheggia con facilità.
Imbocco del sentiero – Proseguite lungo la strada da asfaltata diventerà prima una mulattiera e poi uno sterrato, basta costeggiare il fiume Clanio.
Quando? – Sempre, il sentiero è abbastanza ombreggiato, ovviamente meglio evitare la pioggia che potrebbe renderlo scivoloso.
Difficoltà – Il sentiero di per sé è semplice, la salita è piacevole, l’unica difficoltà sono due punti in cui “guadare” il fiume, sono pochi centimetri ma bagnarsi i piedi non è mai piacevole, soprattutto in inverno e se le scarpe non sono impermeabili. Dopo il secondo guado, troverete un cancello chiuso, non c’è nessun lucchetto, lo si apre e si passa, abbiate cura di richiuderlo. Lungo il sentiero si trovano diverse greggi, è sempre bene tenere d’occhio i cani, noi non abbiamo avuto problemi, ma ci siamo sentiti molto osservati.
Cosa portare – Meglio avere scarpe impermeabili, se non le avete portate i calzini di ricambio o addirittura un altro paio di scarpe. Nonostante si cammini lungo un fiume non c’è acqua da bere, quindi non dimenticate di riempire la borraccia prima di avventurarvi.
Durata – Un’oretta per arrivare alla cascata, e ovviamente un po’ meno per scendere. Noi dopo la cascata abbiamo continuato a salire per un po’, ma siamo poi ritornati presto sui nostri passi perché il percorso non era particolarmente interessante, soprattutto per i bimbi e piuttosto sporco, abbiamo trovato diversi rifiuti abbandonati, cartacce e segni evidenti del passaggio umano.
Deviazioni – Quando vedete da lontano la cascata, sulla sinistra troverete dei gradini, non saltano proprio agli occhi, ma si trovano facilmente.




I nostri consigli
Alice: “Ci sono tante mucche, per fotografarle avvicinatevi in silenzio e senza fare rumore, altrimenti scappano“.
Giacomo: “Intorno alla cascata ci sono dei piccoli sentieri su cui arrampicarsi“.
Paolo: “A valle della cascata cercate le ranocchie, ce ne sono varie, ma non siamo riusciti a fotografarle. In compenso, se alzate gli occhi al cielo potrebbe capitare di avvistare dei falchi, di questi ultimi abbiamo le prove!”.
Loredana: “Il paesaggio attorno è molto suggestivo, molto belle sono le rocce che circondano il fiume e la vallata, peccato che il percorso non sia molto curato e pieno di rifiuti abbandonati“.




