Statua di San Giorgio sui Monti Mai
montagna, Trekking

Monti Mai e Pizzo San Michele, a spasso tra le vette dei Picentini

Si avvicinano per noi le vacanze e con esse le montagne più serie, non tanto per la difficoltà dei sentieri ma per altezze da raggiungere e dislivelli da fare, per cui in questi ultimi mesi abbiamo cercato percorsi che potessero prepararci alle Alpi.

Visto che la Campania non offre altezze esorbitanti abbiamo pensato bene di fare due vette in sequenza, a spasso sul crinale, e così abbiamo deciso di affrontare la salita ai Monti Mai (1607 m) e raggiungere poi Pizzo San Michele (1567 m), all’interno del Parco Regionale dei Monti Picentini, puntando sul fatto che buona parte del sentiero fosse in ombra e avremmo così evitato il sole diretto.

Inoltre, dopo l’esperienza sulla cima di Punta Calvarina, ci piaceva l’idea di firmare un altro libro di vetta, sulla cima dei Monti Mai c’è una bella cassettina che ne custodisce uno.

Mai da soli sui Monti Mai

Diciamolo subito, vi sconsigliamo vivamente di inoltrarvi da soli. Se non siete pratici di orientamento meglio affidarsi a una guida che conosca il sentiero perché il percorso non è ben tracciato (soprattutto nella parte che dalla vetta dei Monti Mai conduce a Pizzo San Michele). Più o meno dopo aver raggiunto Tuppo dell’Uovo la traccia si perde e in alcuni punti bisogna procedere orientandosi a vista o con l’aiuto del GPS, il che rende tutto molto stancante. Anche la parte nella faggeta non è semplice da seguire ed è facile perdere l’orientamento se non si presta attenzione ai segnali (CAI 116).

Arrivati sulla vetta di Pizzo San Michele i bambini erano stremati ma soddisfatti, Alice si è seduta ed è rimasta qualche minuto a contemplare la cima dei Mai da cui era partita, godendosi le emozioni del momento. Dopo un breve riposo abbiamo poi esplorato l’area del santuario sommitale dedicato al culto di San Michele Arcangelo (abbiamo scoperto tra l’altro che è il più alto d’Italia) e anche lì abbiamo trovato un libro di vetta a cui affidare i nostri pensieri e incontrato altri escursionisti con cui abbiamo condiviso la nostra piccola avventura. Purtroppo non siamo riusciti a vedere l’interno del santuario, era aperta solo una parte destinata a rifugio per gli escursionisti, con tavolo e camino.


I Monti Mai e Pizzo San Michele

Le due vette godono di una vista incredibile, noi incontrando anche una giornata perfetta, non troppo assolata ma con una visibilità straordinaria, abbiamo potuto ammirare il panorama a 360 gradi: da una parte Salerno, la vetta del Faito, il Vesuvio in lontananza, dall’altra parte una splendida veduta sulla catena dei Picentini. La cosa divertente per adulti e bambini è, una volta arrivati sulla vetta dei Monti Mai guardare la meta da raggiungere di Pizzo San Michele e una volta arrivati lì guardarsi indietro, proprio come ha fatto Alice.

Come già scritto non è un sentiero facile e non è per tutti, ma si può affrontare anche parzialmente salendo solo una delle due vette, senza fare un percorso ad anello. La parte di sentiero che parte dal parcheggio in località Acqua Carpegna e arriva a Pizzo San Michele (il contrario del nostro percorso) è ripida, con un dislivello di quasi 450 m in 2 km, ma breve e il sentiero è molto ben tracciato e frequentato.

Informazioni pratiche

Parcheggio – Poco prima della fonte di Acqua Carpegna, in località Calvanico, c’è uno spiazzo dove è possibile parcheggiare (QUI), altrimenti lungo la strada ci sono diversi punti, ma comunque conviene arrivare in cima visto che lo slargo è ampio e permette anche di fare inversione di marcia. Non lasciatevi scoraggiare, la strada per arrivarci è lunga e molto stretta, la preoccupazione principale sarà “Come torno indietro?”.

Imbocco del sentiero – Dopo aver parcheggiato nei pressi di Acqua Carpegna percorrete la strada che avete fatto in auto fino al primo tornante, sulla sinistra c’è un varco che si infila nel bosco, qui ha inizio il sentiero che conduce ai Monti Mai e che per tutta la prima parte è ben visibile, QUI trovate la nostra traccia su Wikiloc. Se invece volete salire direttamente a Pizzo San Michele o fare il giro ad anello opposto a quello fatto da noi basta proseguire lungo il sentiero che si dipana ben visibile dalla fonte.

Quando? – Il sentiero attraversa il bosco ed è molto ombreggiato, quindi è fattibile anche in estate con le dovute precauzioni e magari evitando gli orari più caldi. In inverno può esserci neve, per cui meglio informarsi bene prima della partenza.

Difficoltà – Il CAI classifica il percorso come EE (Escursionisti Esperti), e infatti non è un sentiero facile e non è per principianti, sia per lunghezza sia per dislivello. Se come noi scegliete di farlo con bambini, assicuratevi che siano davvero abituati a camminare e ad ascoltare i più grandi. La parte verso i Monti Mai è molto pendente e in alcuni tratti la traccia non è per nulla evidente. Il tratto di crinale è stato molto difficile seguire, in parte ci siamo mossi orientandoci a vista. Ci sono anche vari punti esposti, non adatti a chi soffre di vertigini. Se cercate qualcosa di semplice allora seguite il sentiero al contrario, partendo da Acqua Carpegna e fermatevi a Pizzo San Michele.

Cosa portare – Scarpe da trekking con suola con tanto grip, bastoncini da trekking se abituati a usarli, abbigliamento a strati, fondamentale nel passaggi sole/ombra e naturalmente acqua, considerate che la troverete solo alla partenza/arrivo. Noi portiamo sempre frutta secca e fresca, per qualche breve spuntino durante le pause.

Deviazioni – Non abbiamo trovato deviazioni ufficiali, ma spesso il sentiero di biforca o la traccia non è per nulla evidente, il GPS è fondamentale tanto quanto il buon occhio per trovare i segnali.

I nostri consigli

Alice: “Non dimenticate di firmare i libri di vetta, e se passate da lì cercate la nostra dedica“.
Giacomo: “Ci sono diverse parti rocciose da scalare, molto divertenti ma bisogna sempre fare attenzione“.
Paolo: “Il sentiero è molto sfidante, fatelo se siete certi delle vostre competenze, in tal caso è proprio una bella avventura”.
Loredana“Uno dei sentieri più faticosi e divertenti che abbiamo fatto qui in Campania, un paesaggio che muta dal bosco fitto al crinale delle montagne, attenzione ai segnali che non sempre sono ben visibili“.


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