L'isola di Capri vista dal sentiero di Punta Campanella
mare, Trekking

Punta Campanella… fra i fiordi a un passo da Capri

Punta Campanella è stata per anni il nostro “un giorno ci dobbiamo andare“, uno di quei posti dietro l’angolo che, per un motivo o per un altro, non riesci mai a visitare. Così, approfittando di una giornata di fine estate non troppo calda, ci siamo decisi a intraprendere la passeggiata che conduce alla piccola striscia di mare che separa la terra dall’isola Capri. Un luogo mitico che rimanda al viaggio di Ulisse nel Mediterraneo e al suo incontro con le sirene e ci racconta di un tempio dedicato alla dea Minerva (Atena) che lo aveva protetto lungo il suo peregrinare.

La passeggiata, come c’era da aspettarsi, è stata molto piacevole e divertente. Abbiamo imboccato il sentiero che parte da Termini – un paesino molto carino dove fermarsi a prendere un’ottima granita di limone – e che conduce fino all’estremità di Punta Campanella, al faro accanto alla Torre saracena e di fronte a Capri, vicina come non mai.

Raggiunta la nostra meta, ci siamo fermati per il pranzo e abbiamo poi esplorato meglio il luogo: la torre diroccata a guardia della costa cattura immediatamente l’attenzione di Giacomo e Alice che immaginano storie di pirati e battaglie epocali ma, senza ombra di dubbio, la cosa più divertente e avventurosa per tutti è stata la discesa e la risalita con le corde in una piccola gola che conduce alla grotta di Minerva.

A prima vista, la discesa attraverso la strettoia nella roccia sembrava molto difficile, ma con le dovute precauzioni siamo riusciti a scendere senza problemi, ovviamente abbiamo verificato il percorso prima noi grandi, ci sono dei punti scoperti in cui bisogna fare molta attenzione e piantare bene i piedi a terra. Non consigliamo di farlo con i bambini se si è apprensivi e se non si è sicuri che i più piccoli ascoltino i consigli dei grandi.

L’arrivo al mare è stato emozionante per tutti, la grotta di Minerva non l’abbiamo trovata, però abbiamo visto le imponenti falesie di Punta Campanella e diversi scalatori che arrampicavano sulle vie ferrate a picco sul mare.

Al ritorno, dopo la pausa in falesia siamo poi risaliti dal sentiero che permette una vista spettacolare sulla Baia di Ieranto e che porta al Monte San Costanzo. Una giornata che non dimenticheremo.

Informazioni pratiche

Parcheggio – Si può sostare con l’auto in località Termini, nella piazzetta ci sono le strisce blu, noi abbiamo parcheggiato un po’ prima, lungo la strada per arrivare in paese, non ci sono segnali di divieto di sosta e non abbiamo avuto multe.

Imbocco del sentiero – A Termini l’imbocco è molto ben segnalato, bisogna impegnarsi per non trovarlo. La nostra traccia su Wikiloc QUI. Un po’ più difficile è fare il sentiero al contrario rispetto a quello seguito da noi, scendendo dal paese bisogna mantenere la sinistra, ma l’imbocco non è segnalato, per cui lo sconsigliamo.

Quando? – Come tutti i sentieri in costiera sorrentina noi sconsigliamo di farlo in piena estate con i bambini, visto che non c’è ombra per buona parte del percorso. La primavera è la stagione perfetta, approfittando delle lunghe giornate di sole non troppo calde. In inverno e autunno da evitare nei giorni di foschia, sarebbe un peccato farlo nelle giornate di scarsa visibilità e non poter godere del panorama mozzafiato.

Difficoltà – Il sentiero è molto semplice e scende dolcemente fino alla Torre saracena di Minerva, anche la risalita quindi non è particolarmente impegnativa se si decide di ripercorrere i propri passi, altrimenti per chi preferisce fare un sentiero ad anello può risalire verso il Monte San Costanzo, decisamente più ripido, ma molto suggestivo. Le difficoltà maggiori insorgono invece lungo la discesa verso la grotta di Minerva, per i bambini è stato molto divertente ma, come già scritto, consigliamo vivamente di andare prima a verificare e decidere se è il caso di proseguire con i più piccini, se non vi sentite sicuri non fatelo!

Cosa portare – Sole, polvere e salsedine fanno aumentare esponenzialmente la sete, l’acqua non è mai abbastanza. Felpa o giubbino per il vento a seconda della stagione e cappellini per il sole sono importanti. Meglio non dimenticare le scarpe da trekking!

Durata – Poco meno di un’ora la discesa, poco più la risalita, in totale contate un paio di ore in movimento e un altro paio fra pause per ammirare il panorama, selfie e foto a fiori, farfalle e altre magnifiche distrazioni. In tutto sono poco meno di 8 km.

Deviazioni – Come abbiamo detto è possibile tornare sui propri passi al ritorno ed evitare il sentiero più ripido, invece se si preferisce fare un percorso ad anello basta seguire il sentiero verso il Monte San Costanzo.

I nostri consigli

Alice: “Arrampicatevi tenendo i piedi puntati sulla pietra e le mani sulla corda!“.
Giacomo: “Ci sono due cose che non dovete perdere assolutamente, la scalata e la granita all’arrivo“.
Paolo: “Nella risalita valutate bene le pause, l’ombra è pochissima e sfruttate i pochi cespugli, poi si cammina lenti e costanti”.
Loredana“Il luogo è ricco di tracce del passato, provate a cercare con i bambini le rocce con i resti dell’alfabeto Osco che testimoniano il passaggio di antiche civiltà“.

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