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Monte Comune, due passi in cima alla penisola

Dopo i bagordi natalizi la voglia di fare due passi era tanta, ma il tempo incerto e il pericolo di incontrare neve ci ha fatto titubare per un po’ sul da farsi. Abbiamo cercato un luogo che, in caso di tempo inclemente, ci avesse permesso di tornare facilmente alla macchina, che non fosse troppo lontano, perché i bambini non avevano troppa voglia di una levataccia, e che comunque offrisse stimoli per una bella camminata.

Nella nostra lista di posti da visitare, da tempo avevamo inserito il Monte Comune a Vico Equense (NA), nel Parco Regionale dei Monti Lattari e ci è sembrata la soluzione migliore per il primo trekking del 2024. Un’oretta di macchina da Napoli, nessun dislivello impossibile e il tempo invernale adatto per un sentiero totalmente privo di ombra.

In cammino verso il Monte Comune

Premesso che abbiamo beccato una giornata di tempo velato e per questo non abbiamo potuto godere del doppio panorama – da un lato il Vesuvio e dall’altro la Penisola Sorrentina -, la salita verso la cima del Monte Comune (877 m.) non ci ha esaltato particolarmente.

La prima parte di sentiero per dirla tutta non è un granché. Siamo partiti da Vico Equense, località Arola-Preazzano, dopo aver attraversato il paese abbiamo imboccato la strada verso il Monte Comune, ben visibile, anche se un po’ abbandonata con la segnaletica divelta. Si percorrono inizialmente una serie di ampi gradoni, un po’ scivolosi, fino alle rovine di Villa Stevens-Vernier. Questo tratto di percorso con il buon tempo regala un bel panorama sul Vesuvio e sul golfo di Napoli, noi purtroppo non siamo riusciti a vederlo per via del cielo coperto.

Superato quel che resta della villa, si prosegue per una mulattiera non particolarmente interessante che collega alcune aziende agricole della zona, per poi addentarsi lungo una serie di altopiani recitanti dove pascolano gli animali. Quest’ultima parte del sentiero ci è piaciuta un po’ di più, non certo per la visibilità ma per l’atmosfera che regnava quel giorno: banchi di nebbia, alberi grandi e spogli che creavano un paesaggio rarefatto, quasi incantato.

L’altopiano tra i due golfi

L’arrivo sull’altopiano in vetta è stato quindi senza effetto wow perché era tutto coperto dalle nuvole e faceva anche molto freddo a causa del vento forte. Il luogo però era molto suggestivo, spazioso e silenzioso, di certo con condizioni meteo favorevoli deve essere bellissimo. Il tempo di qualche foto di rito e una piccola merenda a base di frutta fresca e secca, e ci siamo rimessi in cammino per la discesa al paese, percorrendo il versante della Penisola Sorrentina.

Per fortuna, dopo qualche gocciolina di pioggia, il cielo si è aperto e abbiamo intravisto il panorama in tutta la sua bellezza. La discesa è stata senza dubbio più interessante e divertente da fare perché ci si arrampicava come caprette tra il sentiero e gli spuntoni di roccia, poi la vista del mare, le isolette de Li Galli in lontananza e i raggi di sole che squarciavano le nuvole hanno motivato soprattutto i bambini ad andare avanti e ritornare lesti al punto di partenza.

Una delle note positive della giornata il caseificio che abbiamo incontrato a Preazzano prima di imboccare il sentiero per il Monte Comune, un’ottima occasione per aumentare il peso degli zaini ma per regalarci un pranzo semplice e gustoso a base di formaggio fresco che ci ha fatto pentire di non averne comprato di più.

Informazioni pratiche

Parcheggio – L’anello che abbiamo fatto prevede l’inizio e la fine in località Arola-Preazzani e si dipana su tratti asfaltati, parcheggiare però è molto facile, tra la chiesa e la scuola c’è un ampio slargo panoramico con molti posti disponibili (QUI il link a Maps).

Imbocco del sentiero – Proseguendo lungo via Raffaele Bosco, dopo aver comprato il formaggio al Caseificio di Staiano Orazio, sulla destra ci sono dei gradoni dove è segnalato l’inizio del sentiero, il cartello è crollato ma comunque è facilmente individuabile. La parte in salita prosegue poi facilmente, per un buon tratto è una mulattiera fino alla vetta. Nella prima parte in salita non troverete la solita segnalazione rossa del CAI, solo qualche cartello piazzato da autonomi vi aiuterà a proseguire per la strada giusta, nel tratto in discesa invece potrete trovare le indicazioni rosse. (Qui la nostra traccia su Wikilock).

Quando? – Primavera e autunno, sicuramente, così come nelle belle giornate di sole invernale. I punti d’ombra non sono molti per cui con il grande caldo è da evitare. L’importante è non fare come noi: andateci quando la visibilità vi può far godere del panorama al meglio.

Difficoltà – Il CAI lo segnala come escursionistico (E). Non presenta particolari difficoltà, nella prima parte c’è un po’ di pendenza ma nulla di proibitivo. Nella parte di discesa invece serve un po’ più di attenzione, si alternano roccia e terreno e il tratto su crinale al confine fra i due golfi è assolutamente meraviglioso ma leggermente esposto in qualche punto, per cui se soffrite di vertigini forse non è consigliabile.

Cosa portare – Le scarpe da trekking (incredibile vero?). Acqua, perché non se ne incontra lungo il sentiero, un coltello per tagliare il formaggio che comprate a valle. In luoghi così panoramici un binocolo è un divertimento aggiunto per i bambini.

Deviazioni – Il sentiero non è ben segnalato, in alcuni punti bisogna far attenzione a non perdere la traccia e nel tratto tra gli altopiani dove pascolano le mucche bisogna cercare il punto di passaggio per i pedoni per accedere alla vetta perché è tutto recintato per non far passare gli animali. Al ritorno si incrociano diversi sentieri ma è impossibile sbagliarsi perché basta seguire la segnaletica e si ritorna in paese.

I nostri consigli

Alice: “Sul sentiero abbiamo incontrati tanti animali, fate attenzione alle caprette però che non sempre si fanno avvicinare e ai gatti alla fine del sentiero che sono affamatissimi“.
Giacomo: “Camminare sul crinale è divertente”.
Paolo: “Trekking perfetto per una bracetta portatile”.
Loredana“Non dimenticate di portare un giubbino antivento, in caso di vento in cima le raffiche sono davvero forti “.

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