Scavi di Pompei: panorama da Foro
Città

Alla scoperta degli Scavi di Pompei

Uno dei nostri luoghi del cuore è sicuramente il Parco Archeologico di Pompei, andare lì con i bambini è come fare un vero e proprio viaggio nel tempo e ogni volta è una nuova scoperta. Appena varcata la soglia d’ingresso ci si ritrova catapultati in un’epoca antica e in una civiltà di cui ancora oggi troviamo tracce e di cui seguiamo scoperte e insegnamenti.

Rispetto ad altri siti archeologici, negli Scavi di Pompei è possibile vivere un’esperienza immersiva nell’antica colonia romana e rendersi perfettamente conto di come fosse organizzata e costruita una città a quell’epoca. Passeggiare tra le strade percorse dagli antichi pompeiani e visitare le loro abitazioni, i giardini e i luoghi pubblici che frequentavano, è una delle esperienze più belle che si possano fare, non a caso le rovine di Pompei sono davvero uniche nel loro genere e ogni anno attraggono migliaia e migliaia di visitatori da tutto il mondo.

Gli Scavi di Pompei sono enormi, molto più di quanto ci si possa immaginare. Orientarsi tra cardi e decumani, per un perimetro di quasi 3 km, non è sempre facile e una visita con i più piccoli va programmata per bene, per non incorrere nel rischio di annoiarli o fargli fare passi inutili alla ricerca di un qualcosa che non si sa bene dove sia ubicato.

Se non ci siete mai stati, il nostro consiglio è di rivolgervi a una guida abilitata che possa accompagnarvi alla scoperta del sito, mostrandovi gli edifici di maggiore interesse, raccontando storie e aneddoti capaci di incuriosire grandi e piccoli, rendendo in tal modo la passeggiata archeologica interessante e piacevole per tutti.

La nostra esperienza agli Scavi di Pompei

Siamo stati diverse volte a Pompei con Alice e Giacomo, forti del fatto che mamma conosce molto bene il sito e ogni volta si preoccupa di preparare un percorso diverso, in modo da concentrare la visita in poche ore. Vi assicuriamo che, per quanto interessati possano essere i bambini, il tempo massimo da trascorrere in giro per gli Scavi di Pompei è di tre ore, pause incluse, non di più.

La nostra prima passeggiata tra le rovine l’abbiamo fatta quando avevano rispettivamente 7 e 9 anni, un’età che ci è sembrata giusta per poter comprendere meglio quello che avrebbero visto e portare a casa un buon ricordo della giornata.

Vi raccontiamo, dunque, le tappe della nostra prima visita. Per l’occasione abbiamo recuperato la Mappa di Geronimo Stilton che potete trovare QUI, sul sito del Parco Archeologico, molto utile per mostrare ai bambini il percorso da fare e dargli un’idea della vastità degli scavi.

Iniziamo dai famosi calchi

Abbiamo scelto di partire dall’ingresso dell’Anfiteatro, quello che si trova più vicino al Santuario di Pompei, per fare un percorso che va dalla periferia fino al Foro, centro della vita quotidiana della città (percorso verde sulla mappa di Geronimo Stilton).

La scelta è stata anche dettata dal fatto che, ancor prima di varcare i tornelli, è possibile vedere i celebri calchi. Un’occasione per anticipare ai bambini la storia dell’antica Pompei e dei suoi abitanti, di come l’eruzione del 79 d.C. ha sepolto tutto e tutti sotto uno strato di circa 3 metri di pietre e materiale vulcanico, e di come nel 1863 l’archeologo Giuseppe Fiorelli ha avuto la brillante idea di versare gesso liquido all’interno di cavità rinvenute durante gli scavi, facendo così “rivivere” i corpi delle vittime dell’eruzione nell’ultimo istante della loro vita.

I bambini resteranno senza dubbio affascinati da questa storia. A prima vista i calchi possono fare un po’ impressione, preparatevi dunque a rispondere alle domande più disparate sulla vita, la morte, sul fatto che vi trovate in una città distrutta dalla furia di un vulcano e… potrebbe succedere ancora? Anche mentre siete lì in visita? Sicuramente troverete le parole migliori per spiegare tutto ai vostri piccoli e tranquillizzarli che non corrono alcun pericolo.

Prima tappa: Palestra Grande e Anfiteatro

Una volta entrati all’interno degli scavi di Pompei (se necessario, si può fare una tappa bagno prima di iniziare l’esplorazione) ci siamo diretti verso il ponticello da cui osservare le mura di cinta della città e la necropoli in lontananza e, dopo averlo attraversato, siamo entrati in nel primo edificio pubblico la Palestra Grande: un’ampia piazza, con piscina centrale e porticati su tre lati, destinata alla formazione fisica e intellettuale dei giovani pompeiani. Cosa molto interessante è che all’interno della palestra è possibile vedere esposti in piccole teche di vetro i resti di cibi ritrovati durante gli scavi (di Ercolano però): legumi di vario genere, frutta secca, cipolle, agli, datteri, olive e persino pagnotte di pane (tutto carbonizzato, ma perfettamente distinguibile).

Abbiamo poi proseguito per l’Anfiteatro, il cui ingresso si trova proprio di fronte alla palestra, altro edificio pubblico dove si svolgevano i giochi dei gladiatori e che nel 1971 ha ospitato uno dei concerti più famosi dei Pink Floyd. Inutile dire che entrare nell’arena, osservarne le gradinate, le porte da cui facevano il loro ingresso i gladiatori e gli animali feroci fa un certo effetto. Provate poi a immaginare il grande fermento che c’era fuori e dentro l’edificio nelle giornate dei giochi, probabilmente non si discosta più di tanto da quello che vediamo al giorno d’oggi fuori gli stadi e i palazzetti in occasione di eventi sportivi.

Seconda tappa: Foro Boario e Casa di Giulia Felice

Usciti dall’Anfiteatro ci si trova di fronte l’ingresso chiuso del Foro Boario, l’antico mercato degli animali, oltre il cui muro si staglia imperioso il Vesuvio e si coltivano piante di vite. Proseguendo il cammino ci addentriamo nella città, e possiamo finalmente visitare un’abitazione, la Praedia di Giulia Felice, una delle prime case rinvenute durante gli scavi. Resterete stupiti dal suo magnifico giardino, coltivato ad alberi di melograno, ciliegio e mele selvatiche, e dagli interni dipinti nei classici colori pompeiani.

Questa ricca abitazione, con tanto di terme private, secondo le tracce rinvenute dagli archeologi e conservate al Museo Nazionale di Napoli, è forse uno dei primo B&B della storia e la sua proprietaria una delle donne d’affari più influenti di Pompei. Una particolarità di questa casa è la sala da pranzo (triclinio) dipinta di azzurro con scene di caccia su un fiume e un coccodrillo che i bambini si divertiranno a scovare.

Terza tappa: via dell’Abbondanza

La nostra esplorazione prosegue su via dell’Abbondanza, la via principale di Pompei, ricca di case, botteghe, taverne e di tanti particolari che ci raccontano di come vivevano i romani. Vi consigliamo di dare un’occhiata alla Casa della Venere in Conchiglia, e a quella di Octavius Quarto, con i loro magnifici affreschi, che sono le prime che incontrerete.

Lungo la strada incontrete molte fontane pubbliche (che ancora oggi dispensano acqua potabile ai visitatori), ognuna caratterizzata da un bassorilievo diverso. La fontana più bella, tutta in travertino bianco (le altre sono in pietra lavica grigia), la troviamo in prossimità del Foro: rappresenta la dea della Concordia, occhi grandi e orecchini ai lobi, con accanto una cornucopia colma di frutti.

Su via dell’Abbondanza ci si può divertire a distinguere l’ingresso delle case da quello delle botteghe, cercando i solchi destinati alle porte scorrevoli che i negozianti aprivano e chiudevano tutti i giorni. Lungo i bordi dei marciapiedi si potranno cercare i fori usati probabilmente per sorreggere le tende da sole, o forse legare gli animali da trasporto. Si potrà provare decifrare le scritte sui muri, ammirare i mosaici all’ingresso delle case.

Inoltre, i bambini potranno giocare ad attraversare le strade sulle strisce pedonali dell’epoca, grandi massi posti al centro della carreggiata in modo da collegare due marciapiedi, che servivano a non far bagnare i piedi durante i giorni di pioggia e a rallentare la corsa dei carri, di cui si distinguono nitidamente i solchi lasciati dalle ruote sul basolato.

Su via dell’Abbondanza, troverete anche anche i fast-food dell’epoca, i cosiddetti thermopolia, riconoscibili dal bancone in cui sono incassate grandi giare di terracotta (dolia) che contenevano le vivande calde, e la lavanderia (fullonica) che si distingue dalle altre case per la presenza di ampie vasche in cui venivano lavati i panni, con preparati a base di urina (un aneddoto che fa divertire tantissimo i bambini).

Quarta tappa: Casina dell’Aquila e panorama degli Scavi di Pompei

Nel bel mezzo di via dell’Abbondanza, alzando lo sguardo sulla destra, noterete un’edificio bianco in contrasto con il colore giallo delle rovine, si tratta della Casina dell’Aquila di origine settecentesca. La casina non è visitabile, ma dalla sua terrazza si gode di un bellissimo panorama sugli scavi e, inoltre, è un buon posto per fare una piccola pausa ristoro (non ci sono chioschetti dove comprare qualcosa da mangiare o bere, ma i servizi igienici sono aperti e sono anche più puliti di quelli che si trovano in prossimità dell’uscita).

Quinta tappa: le Terme Stabiane

Dopo aver ammirato gli scavi di Pompei dall’alto e fatto una breve pausa, il percorso può riprendere lungo via dell’Abbondanza fino a un grande incrocio, riconoscibile da una colonna nel mezzo. Ci si ritrova così in una piccola una piazza dove c’è l’ingresso delle Terme Stabiane, tra le più antiche di tutta Pompei. Qui è possibile visitare il cortile del complesso termale dove si poteva praticare un po’ di sport, si vedono i resti di una piscina e un campo di bocce, ed è possibile visitare la sezione maschile riccamente decorata.

Sesta tappa: il Foro

Usciti dalle terme non ci resta che raggiungere il Foro, la piazza principale di Pompei, il centro della vita pubblica quotidiana della città, sovrastata dall’imponenza del Vesuvio, dove non può certo mancare la foto di rito.

Anche qui ci sono tantissime cose da vedere e particolari da scovare. Il Foro accoglie alcuni tra i principali edifici pubblici della città, come la Basilica, il tempio di Apollo e quello di Giove, il mercato della lana e il macellum. Oggi è molto diverso da come doveva presentarsi nei tempi antichi, bisogna immaginare la piazza interamente pavimentata di pietra bianca, con maestosi edifici e colonnati a due piani. I bambini saranno di certo molto bravi in questo esercizio.

Sulla piazza vedrete anche un’imponente statua di un centauro, non lasciatevi trarre in inganno perché è un’opera contemporanea dell’artista polacco Igor Mitoraj, scomparso nel 2014, donata al sito archeologico successivamente a una mostra temporanea delle sue opere all’interno degli Scavi di Pompei.

Concludiamo la visita

Dopo aver esplorato il Foro, non vi resta che dirigervi verso l’uscita di Porta Marina. Seguendo le indicazioni attraverserete il tempio di Venere, dove è collocata un’altra statua di Igor Mitoraj, il Dedalo, un’imponente scultura visibile anche dall’esterno che si staglia sul panorama dei Monti Lattari, quasi a proteggere il luogo sacro.

Seguendo questo percorso potrete avere una prima idea dell’antica città romana, non incontrerete forse le case più famose e grandi, come Villa dei Misteri, la Casa del Menandro, la Casa del Fauno o la Casa dei Vettii e non avrete visto l’area dei teatri, ma è l’ideale per una prima visita con i bambini e un ottimo motivo per tornare al sito archeologico ed esplorare altre parti della città.

Informazioni pratiche

Parcheggio – Se andate in auto, nei pressi del sito archeologico ci sono diversi parcheggi privati, inoltre lungo la strada che costeggia gli scavi sono presenti le strisce blu comunali. Nei periodi di grande affluenza è difficile parcheggiare sulle strisce, ma nei mesi invernali di solito un posticino si trova sempre. Inoltre, nei pressi del Santuario ci sono le strisce blu con tariffa unica per tutto il giorno, una soluzione economica se si riesce a trovar posto.

Orari e biglietti – Il Parco Archeologico di Pompei è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 dal 1° aprile al 31 ottobre (ultimo ingresso alle 17.30), e dalle 9.00 alle 17.00 (ultimo ingresso alle 15.30) dal 1° novembre al 31 marzo. Il costo del biglietto intero è di 18,00 € a persona (gratuito fino ai 17 anni), 2,00 € per i cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 18 e i 25 anni (non compiuti). Per altre riduzioni e agevolazioni/abbonamenti vi consigliamo di controllare il sito del parco (QUI). Inoltre, non tutti gli edifici sono sempre visitabili per conoscere i relativi orari di apertura clicca qui.

Quando? – Come ogni sito archeologico che si rispetti anche quello di Pompei è completamente esposto al sole e nella stagione estiva consigliamo di evitare i giorni più caldi, soprattutto se decidete di portare i bambini. Noi preferiamo orientarci su queste attività in primavera, quando il clima è mite e i turisti ancora pochi, per godere la passeggiata e non stancare i piccoli archeologi. Anche le belle giornate invernali sono molto consigliate, soprattutto al tramonto, farà un po’ freddo, ma Pompei illuminata dai raggi del sole che cala è a dir poco magica.

Cosa portare – Sicuramente scarpe comode, se decidete di andarci in estate non dimenticate borraccia, cappellino e crema solare! Inoltre, evitate di portare zaini grandi perché potrebbero chiedere di lasciarli al deposito bagagli perché potreste inavvertitamente strisciare contro le pareti degli edifici visitabili rovinandole. Evitate anche di portare coltellini multiuso, oggetti appuntiti e bottiglie in vetro, all’ingresso ci sono controlli a raggi X come in aeroporto e tali oggetti non possono essere portati all’interno degli scavi (nel caso, potrete comunque recuperarli all’uscita). QUI trovate maggiori informazioni sul regolamento del Parco Archeologico.

Durata – Pompei è immensa, finché non la si attraversa non ci si rende conto della sua reale estensione, per visitarla tutta non basterebbero due giorni e l’itinerario può variare a seconda del vostro grado di curiosità e delle pause che deciderete di fare. In media un percorso base può durare circa 3 h. Il nostro consiglio è di affidarsi a una guida abilitata che potrà proporvi diverse soluzioni, oppure studiare bene da casa il percorso che si intende fare e seguirlo alla lettera per non perdersi.

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