Trekking in Campania, panorama da Tre Calli su Punta Campanella
Consigli

10 buoni motivi per fare trekking in Campania

Anche se non siamo particolarmente attivi sui social facciamo parte di diversi gruppi e forum che parlano di trekking, campismo ed escursionismo, ci piace seguire profili di chi, come noi, ama camminare nella natura e magari lo fa con tutta la famiglia, per trovare spunto su nuove mete da raggiungere e su percorsi adatti anche ai più piccoli.

Ci siamo così resi conto che noi campani e, ancora di più nel dettaglio noi napoletani, siamo un po’ la Serie C per questo tipo di attività rispetto a chi ha le Alpi, le Dolomiti o i tratti più alti dell’Appennino a due passi da casa.

Chi pratica trekking in Campania sa benissimo che nella nostra regione non si superano i 2000 metri, non si avvistano cervi, daini o camosci, le strutture ospitanti sono poche e non particolarmente attrezzate per un turismo interamente dedicato al trekking e alla montagna.

Così, al di là dei percorsi più noti e affascinanti – dal Gran Cono del Vesuvio al Sentiero degli Dei o alla Valle delle Ferriere che attraggono sempre tanti turisti – abbiamo pensato assieme ai bambini a 10 motivi per cui un appassionato di trekking può venire a visitare Napoli e la sua regione, per farsi qualche bella camminata in natura alla scoperta di luoghi meno noti, ma altrettanto ricchi di fascino e storia.

Praticare trekking in Campania si può, e le soddisfazioni che regala possono essere tante!

1. Mare

Sì, lo sappiamo, partiamo subito cadendo nel cliché, ma che possiamo farci? Dopotutto “chist’è ‘o paese d’ ‘o mare“, e allora sfruttiamolo! Per chi è abituato a fare trekking verso le vette è sicuramente divertente fare sentieri in discesa per raggiungere una spiaggia o un fiordo isolato con vista su Capri. Certo la salita al ritorno non è sempre piacevole, ma dopo un bel bagno tonificante viene tutto più facile. Non solo Crapolla, Ieranto o Furore, se proprio la vacanza di mare vi annoia e non volete rinunciare a fare due passi, questi luoghi e molti altri fanno proprio al caso vostro.

2. Vulcani

Anche in questo caso ci piace vincere facile, se pensiamo al vulcano per eccellenza, pensiamo al Vesuvio che imponente e maestoso domina il Golfo di Napoli e richiama da sempre turisti e studiosi da tutto il mondo. Senza dubbio un luogo magico e ricco di suggestione, da scalare almeno una volta nella vita per ammirarne da vicino la grandezza e per provare la sensazione di trovarsi in uno dei luoghi potenzialmente più pericolosi d’Europa.

Eppure, ci sono tanti altri luoghi vulcanici degni di essere visitati: di fronte al Vesuvio trovate il Monte Somma e i Cognoli, un’esperienza spettacolare per vedere da un’altra prospettiva la cima del celebre cratere e il suo fiume di lava, partendo dal paese di Ottaviano.

Si può poi fare una passeggiate tra i vulcani dei Campi Flegrei come il Monte Nuovo e il Lago d’Averno, il Monte Gauro o gli Astroni. Visitare il cratere del vulcano estinto di Roccamonfina spostandosi nel casertano o puntare al Monte Epomeo a Ischia, un imponente massiccio di tufo verde nato in seguito a una devastante eruzione avvenuta in un lontanissimo passato.

Salire un vulcano, oltre a essere suggestivo, offre uno spettacolo naturale incredibile per chi è abituato ad andare in montagna, vista la fertilità dei suoli che favoriscono lo sviluppo di una flora ricca e rigogliosa e la grande varietà di “rocce” che si distinguono per forme, consistenza e colori.

3. Archeologia

Pompei ed Ercolano sono solo la punta di un iceberg enorme, in Campania è normale imbattersi nella ricca storia dei nostri territori, dalle costruzioni megalitiche di Roccamonfina alle torri Normanne presenti su tutta la costiera, dai sentieri di pietre che ripercorrono antichissime mulattiere alle onnipresenti mura romane, fino ad arrivare alla moderna archeologia industriale della Valle delle Ferriere o della pista di sci “fantasma” sul Lago Laceno. Ogni passo può essere una scoperta che cela mitologia e racconti.

4. Nessuna struttura

Sappiamo che può sembrare poco ospitale come cosa, ma per certi versi il fatto di avere montagne poco frequentate, senza rifugi a 5 stelle, anzi proprio senza rifugi, sentieri segnalati poco e male, aree realmente brulle o dove è possibile incontrare solo i pastori, può rappresentare una bella soluzione per chi vuole allontanarsi dal turismo di massa.

Inoltre, l’assenza di piste da sci ha salvaguardato alcune zone dal disboscamento e dalla costruzione selvaggia di strutture ricettive. Insomma non intendiamo dire che in Campania si può girare una puntata di “Nudi e Crudi”, ma sicuramente ci si può allontanare da tutti i comfort e scoprire i luoghi nella loro bellezza originaria.

5. Religione

Non siamo una famiglia religiosa e abbiamo scelto un’educazione laica per i nostri figli, ma la religione fa parte della nostra cultura e non possiamo di certo ignorarla. Luoghi come Montevergine o Calabritto con la Chiesa rupestre della Madonna del fiume, il tanto sconosciuto quanto affascinante Santuario di San Silvestro a Sant’Angelo a Scala in Irpinia, o i vari eremi che si incontrano lungo i nostri sentieri, sono sempre una bella scoperta, così come è bello scoprire le storie e le tradizioni che li accompagnano, scambiando due chiacchiere con la gente del posto.

6. Biodiversità

Forse non tutti sanno che la Campania è tra le prime regioni d’Italia per superficie protetta: con due Parchi Nazionali (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e Parco Nazionale del Vesuvio), dodici Parchi e Riserve naturali regionali e più di cento Siti di interesse comunitario offre agli occhi di chi si avventura tra sentieri una biodiversità tra le più ricche della nostra penisola.

Non solo macchia mediterranea ma una straordinaria varietà paesaggistica e faunistica riempie di colori e profumi i sentieri delle nostre parti e rende il trekking in Campania particolarmente piacevole e poco monotono. Certo, non incontriamo camosci, cervi e orsi, ma salamandre e ranocchie in quantità, serpenti e mammiferi di piccola taglia come volpi, marmotte e lontre, roditori di diverse specie e tantissimi uccelli per la gioia degli appassionati di birdwatching. In estate, trascorrendo una notte sul Monte Matese sui Picentini o sul monte Partenio potrebbe capitare di udire anche l’ululato dei lupi che abitano quelle zone.

7. Clima

Ed eccoci al secondo cliché “chist’è ‘o paese d’ ‘o sole“. Il clima mite della Campania permette anche ai più freddolosi di avventurarsi tra sentieri anche nei mesi più rigidi. Ci sono periodi in cui si può fare il bagno di mare a Natale e in cui anche a gennaio si può camminare senza neve. Di contro fare trekking con 40° in agosto non è decisamente piacevole, ma sapendo scegliere i sentieri con la giusta ombra e approfittando delle giornate lunghe per trekking pomeridiani e serali anche in estate ci si diverte parecchio. Pioggia a parte, in Campania praticamente ci si può godere mare e montagna tutto l’anno.

8. Falesie

Quando qualche volta da ragazzi, ancora senza figli, abbiamo provato a fare un minimo di arrampicata abbiamo scoperto che le meravigliose falesie in Costiera erano frequentate da tutti, tranne che dai campani. Negli anni ’90 dalle regioni del nord Italia, dalla Francia, dalla Germania, dall’Olanda o dall’America, in pratica da ovunque, c’era gente che veniva ad arrampicarsi a picco sul mare… tranne noi del luogo.

Le cose negli anni sono un bel po’ cambiate, sono nate una serie di associazioni dedicate esclusivamente a questo sport che hanno iniziato un lavoro certosino di apertura, ripristino e messa in sicurezza di diversi itinerari di arrampicata e che divulgano la passione per questa disciplina attraverso corsi e attività di vario genere destinate non solo ai professionisti. In tutta la regione ci sono davvero tantissime vie, diverse tra loro per stile di arrampicata e per fasce di difficoltà. Per chi ama questo sport l’emozione di scalare in bilico tra cielo e mare è unica e rende la Campania una meta irrinunciabile.

9. Non solo pizza

Il panorama alimentare campano è enormemente vario e con il trekking possiamo raggiungere posti che ci faranno scoprire cibi e vini poco noti e lontani dai must come pizza, pasta e mozzarella. Vi siete mai chiesti perché le nocciole in spagnolo si chiamano avellanas e perché i wafer alla nocciola in Germania si chiamano Neapolitaner?

Funghi, castagne, legumi e ortaggi, formaggi e insaccati con nomi divertenti e spesso impronunciabili e tanto altro ancora. Basta vedere l’elenco dei presidi Slow Food della nostra regione che, almeno in questo, andiamo molto oltre l’immagine della cartolina.

Per cui salire sull’Epomeo e poi mangiare il classico coniglio all’ischitana, seguire il torrente Scorzella e poi fermarsi a mangiare le castagne a Montella, assaporare un bel piatto di funghi dopo aver attraversato le forre di Lavello o le impagabili granite di limone in Costiera, assaggiare una bella sfogliatella Santa Rosa a Sant’Agata o il pasticciotto al limone di Amalfi… c’è solo l’imbarazzo della scelta. Diciamo pure addio a integratori e barrette energetiche, per recuperare le energie dopo una bella camminata niente di meglio delle specialità culinarie locali.

10. Maradona

Per papà è l’unico 10 possibile, e praticamente per tutta Napoli è così. Girando per la città e i suoi dintorni è facile trovare decine di murales dedicati al Pibe de oro, magliette e gadget di ogni tipo, piano piano l’effige di Diego sta superando quella di Padre Pio. Un sentimento profondo nato con il suo arrivo al Napoli che non si è mai spento e si è sempre più rinvigorito perché come nessun altro mai ha rappresentato per il popolo napoletano rivalsa sociale e sovvertimento dell’ordine costituito.

Una bella esperienza di trekking urbano per la città di Napoli è andare alla ricerca delle opere di street art, e non solo, dedicate a Maradona.

Se questo articolo vi ha minimamente incuriosito o se avete organizzato qualche giorno in Campania e volete approfittarne per fare due passi saremo lieti di offrirvi qualche consiglio.

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